Questa è la canzone più bella che abbia mai scritto, sia come testo, liriche che arrangiamento strumentale, non so se per te possa esser notizia gradita o indifferente, ma voglio credere che in te vi sia ancora una spensierata fan dei Porfiria, cosi di fatto conto di realizzare al più presto una registrazione all’altezza delle potenzialità del brano. Una canzone in pieno stile postadolescenza Marco, ma rispetto ad altre mie elucubrazioni, dalla valenza maggiormente universale, apparentemente distaccata dall’ambientazione puramente fantasy a me tanto cara, ma che nella mia visione vuole in qualche modo richiamare delle atmosfere miltoniane, tuttavia pur essendo ciò plausibilmente incorporato al genere noir dei Porfiria il suddetto brano risulta più diretto e meno criptico rispetto ad altri. Il brano parla di rivalsa dalla situazione più drastica che possa ad un uomo accadere, l’impotenza vista come stato di Coma, ovvero ciò che non possiamo cambiare, ma che in una risoluta introspezione della propria volontà possiamo decidere di combattere ed affrontare, prendendo spunto dall’asserzione “meglio regnare all’inferno che esser schiavi in paradiso”, col sorriso sulle labbra puoi soccombere al dolore ma sei sempre tu a decidere quando è ora di mollare, MAI.
chiara ti amo e ti amerò per sempre
IL COMA
Urlami è la fine, il coma
Ma non mi arrenderò mai
Irreversibile, dimmi che morirò
E continuerò a lottare
Giurami, che anche se non sembro vivo
Resisterò per poi tornare
Mi lascerai soffrire senza eutanasia
Nel più bel giorno che ci sia
Qualcuno vide un angelo cadere
Nella profondità
Dall’alto come un’aquila in picchiata
Gli mancò il battito del cuore
Con gli occhi spenti
Soccombere al dolore
Dopo aver sfondato ogni barriera
Entri nello schianto in coma
In un istante scorre la tua vita
Più cosa avrei voluto fare
Lasciare un segno, dire sono stato io
Senza paura di sbagliare
Cerco la forza per sopravvivere
Stringendo i denti non mollare
Nella morsa più stretta respirerò
Guardando la morte in faccia, riderò